ITALIA,  TOSCANA

Piccolo Museo del diario: il luogo della memoria

A Pieve Santo Stefano in provincia di Arezzo, c’è il Piccolo Museo del Diario un posto in cui i diari e i racconti di vita diventano memoria.

Oggi vi racconto una storia.

Anzi, è il “Piccolo Museo del Diario” che ne racconta circa 11.000.

Più di 10.000 storie di vita. 

Il “Fruscio degli altri”, così lo chiamano.

Siamo a Pieve Santo Stefano, un piccolo paesino tra Romagna e Toscana, in provincia di Arezzo.

Uno di quei paesi tranquilli, con nessun colpo di testa al quale venne cancellata la memoria durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Oggi, per ironia della sorte, è riconosciuto in tutta Italia, proprio come IL PAESE DELLA MEMORIA. Un luogo in cui i suoi 3000 abitanti in carne ed ossa si affiancano ai suoi quasi 11.000 abitanti di carta.

Mi trovo in difficoltà a raccontare questo posto straordinario. Non è facile trovare le parole giuste per non renderlo banale

Il Piccolo Museo del Diario, l’unica cosa da vedere a Pieve Santo Stefano, rientra ufficialmente tra le cose più poetiche che io abbia visto nella mia vita. Niente fronzoli, niente installazioni spettacolari, ma 80mq di emozioni. Di vita. Quella raccontata tra le pagine di un diario, di un’agenda, di un taccuino o su qualsiasi altra cosa, come un lenzuolo.

Il Piccolo Museo del Diario: perché un museo del diario?

Tutto nasce nei lontani anni 80 da un’idea di Saverio Tutino scrittore/giornalista con il sogno di raccogliere diari, lettere e memorie della gente comune. Storie di persone ordinarie, non di scrittori o per forza con qualcosa di sensazionale da raccontare. Parole scritte con l’obiettivo di non essere lette.

Saverio è partito dall’assunto (giusto) che ogni vita ha qualcosa da raccontare e ancora di più se rientra tra quelle che sembrano non avere nulla di interessante. Ogni vita deve essere ricordata e qui tutte trovano il loro posto.

Saverio Tutino arriva a Pieve Santo Stefano per fato, fortuna, destino o chiamatelo come volete, e il suo progetto venne appoggiato dal Sindaco di allora.

Serviva un luogo adatto a racchiudere tutte le storie che sperava di raccogliere. Nessuno avrebbe mai pensato che una stanza non sarebbe bastata.

Era necessario avere un posto riconosciuto, qualcosa di “ufficiale”. Un luogo pubblico per farne un archivio: una vera ‘casa dei diari’. Una stanza da lasciare a qualcuno per non perderne le tracce. Il rischio poteva essere quello di raccogliere, poi un giorno nessuno sa che hai raccolto.

Arriva la location giusta e anche centinaia di diari con storie straordinarie come quella di chi ha combattuto la Prima o la Seconda Guerra Mondiale, taccuini di fascisti e partigiani, scritti di analfabeti, lettere d’amore, racconti di operai e di studenti.

Dal 1984 a Pieve Santo Stefano nasce la Fondazione dell’Archivio Diaristico Nazionale fino ad ottenere il titolo ufficiale di Città del diario: un luogo che racconta la storia d’Italia attraverso le voci dei suoi protagonisti, la gente comune.

Contadini e nobildonne, soldati e ufficiali, emigranti e intellettuali, giovani e anziani, puttane e spose convivono senza nessuna difficoltà in questo posto senza tempo.

Tutti i testi vengono letti, fotografati, trascritti, catalogati e digitalizzati. L’archivio è consultabile perché tutto il materiale è leggibile e a disposizione di ogni persona che ne chieda autorizzazione.  

I titoli dell’archivio sono consultabili anche on line attraverso la ricerca per parola chiave.

Il Piccolo Museo del Diario: la nascita e la visita

Con il sostegno della regione Toscana, del Ministero della cultura e delle donazioni volontarie nel 2013 nasce il Piccolo Museo del Diario perché piccolo lo è davvero. È suddiviso in 4 stanze significative per le storie che vi verranno raccontate durante la visita.

Se l’archivio ha come obiettivo quello di raccogliere il materiale di studio, il museo ha l’obiettivo di emozionare. E vi assicuro che lo farà.

Ogni storia che sentirete ha il suo significato. Ogni “fruscio” deve essere ascoltato senza pregiudizio.  Ecco perché l’unica cosa da fare in questo posto è stare in ascolto.

Grazie allo studio di un gruppo di giovani creativi milanesi, DOTDOTDOT e al libro scritto da Mario Perrotta, la storia tra le storie, ci si trova di fronte a cassetti, suoni, immagini che arrivano dal passato più lontano o più recente che vi travolgeranno e alla fine ci fanno ritrovare in ogni storia un po’ di noi.

Il museo si trova al Palazzo Pretorio e le visite sono esclusivamente guidate. Vi consiglio di prenotare online. Il costo del biglietto è di 5€ e nel piccolo bookshop si possono acquistare alcune delle storie che sono state pubblicate oltre ai gadget come penne e naturalmente taccuini.

Il Piccolo Museo del Diario: concorso e il premio

Collegato all’archivio diaristico è nato il Premio Pieve.

Ogni anno viene divulgato l’appello di cercare nelle soffitte, nei cassetti e nelle cantine diari, lettere, memorie per metterle a disposizione delle generazioni future affidandole alla memoria.

Non solo è possibile consegnare il materiale per tenerlo in archivio, ma è possibile portare farlo gareggiare per il Premio Pieve.

In cosa consiste?

I primi 100 diari che arrivano entro il 15 gennaio, verranno letti da una commissione di lettura composta da persone del luogo che in autogestione durante l’anno discutono gli scritti arrivati. Senza pregiudizi perché uno dei fondamenti è proprio che la vita si racconta che sia o meno virtuosa.

Dall’attenta analisi fatta da questo “circolo della lettura” tutto particolare vengono selezionati 8 finalisti affidata alla Giuria Nazionale composta autori, case editrici e addetti ai lavori.

La precedenza viene data a scritti originali, non composti appositamente per il premio, ovvero non con la finalità di essere destinati alla pubblicazione. Errori di ortografia o di sintassi sono accettati, del resto chi ha mai scritto un diario senza errori?

Il vincitore oltre ad un premio in denaro di mille euro verrà edito.

Le pubblicazioni dell’Archivio possono essere acquistate, senza costi di spedizione per l’Italia.

Il Piccolo Museo del Diario: vuoi portare il tuo diario?

Se anche tu vuoi affidare la tua storia a questo posto: clicca questo link:

Io credo che lo farò!

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *