ITALIA,  MARCHE

Camerino: cosa vedere e perché andare

Camerino nell’entroterra marchigiano mi è entrato nel cuore: vi racconto perché andare, cosa vedere e cosa mangiare!

È un attimo essere spazzati via.

È un attimo essere dimenticati.

Me ne sono resa conto dopo l’alluvione che ha colpito la mia Romagna. Un attimo che non si dimenticherà mai e dove resta solo una cosa da fare: ricominciare.

Quando mi hanno proposto un tour a Camerino, borgo arancione quasi raso al suolo dal terremoto del 2016, non ho avuto nessun dubbio. Non mi sbagliavo.

È stato un weekend incredibile. Ho ascoltato storie, e percepito emozioni come speranza, resistenza e orgoglio.

Camerino cosa vedere: Centro storico

Mentre scrivo sono su un piccolo van che ondeggiando costeggia la Sinclinale Camerte che comprende otto Comuni dal sud di Camerino fino al nord di Fabriano attraversando Castelraimondo, Pioraco, Gagliole, Matelica, Esanatoglia e Cerreto d’Esi a circa 667 mt dal livello del mare.

Mi colpiscono due cose: il cartello proclamante ”Bandiera Arancione” e il campanile della Chiesa Madonna delle Carceri collassato a terra.

Non so se definirlo più una riverenza o un avvertimento quasi dantesco verso ciò che sarà il continuo del percorso.

Resta il fatto che passeggiare nel centro è stato un colpo al cuore. Non avevo mai camminato in un borgo terremotato prima d’ora e ho fatto quello che so fare meglio: cercare bellezza anche dove sembra non essercene.

Ho preso ciò che vedevo e l’ho trasformato in significato.

È una mattinata ventosa e il soffio di Eolo si insinua tra edifici abbandonati e campanelli che non vengono suonati da 7 anni.

Le macerie, i puntelli, le impalcature inquinano il cielo blu tra un vicolo e l’altro, ma almeno ora si può passeggiare. I cartelli “zona rossa” sono pochi, ora è quasi tutto in sicurezza.

Vetrine ferme nel tempo non solo per la polvere.

La locandina della rassegna teatrale 2016-2017 appesa all’ingresso del Teatro Comunale esaspera i volti sorridenti di attrici e attori che non sono mai saliti su quel palco.

Mentre passeggio chiacchiero con chi mi racconta e mi disegna a gesti un qualcosa che fino in fondo non posso capire, nonostante l’alluvione.

All’improvviso, l’Assessora Silvia Piscini con una delicatezza inaudita appoggia lo sguardo su un muro. È quello di casa sua e comincia a raccontare di come quel 30 ottobre sia scappata in ciabatte con il cellulare in mano abbracciando la prima persona incontrata per strada tra polvere e persone in fuga.

Nelle orecchie il rumore dei massi, dei muri che si spostano, delle ruote dei trolley claudicanti trascinati con il fiatone e nel naso la puzza di gas.

Momenti in cui l’unica cosa a cui pensi è che finisca presto.

Poi, la perdita di tutti i punti di riferimento: dal bar in cui andavi a fare colazione la mattina, agli amici che se ne vanno a persone che hanno vissuto in camper per anni pur di star davanti a casa.

Fatto sta, che in tutto questo, come piccoli miraggi, cominciano timidamente a riaprire qualche bar, un ristorante e qualcuno anche a ripopolare le proprie case adornando la presenza con fiori fuori dalle porte e sui balconi.

Camerino cosa vedere: Sottocorte Village

Tutto quello che era il Borgo Bandiera Arancione ora è confinato tra prefabbricati color mattone.

Il “Sottocorte Village” è il ritrovo degli abitanti di Camerino, in una ricostruzione alla SimCity che col passare del tempo è diventata normalità.

La piazza che ha le stesse dimensioni della storica Piazza Cavour è il contenitore dentro il quale esiste pressoché tutto: bar, pizzeria, fiorista, fotografo, parrucchiere, tabaccheria, ferramenta, casalinghi e negozi di abbigliamento. Gli stessi che erano nel borgo.

Non è la città dove gli anziani sono cresciuti e vissuti, ma è la città dei giovani che non hanno mai percepito il borgo come casa, ma la “Piazza Nuova” come normalità. Questi, non hanno la memoria di come era prima, a differenza degli adulti consapevoli che quel prima non tornerà più.

Direte voi: per quale ragione dovrei andare a vedere un paese che non esiste più?

Per partecipare alla rinascita, per essere parte di un nuovo cammino dallo spirito gentile guidato dalla sana curiosità.

Cominciate il vostro percorso da Piazzale della Vittoria e per poi proseguire fino al quartiere ebraico, al Palazzo Ducale, al Belvedere di San Venanzio e all’Orto Botanico.

Camerino cosa vedere: Orto Botanico

L’ Orto Botanico nasce nel 1828 ad opera del professor Ottaviani come attività pratica per gli studenti, come poi del resto lo è oggi.

L’Orto è composto da una parte “a boschetto” con alberi secolari tra cui l’albero più alto della Marche, un Ginko Biloba, e da quella con specie arboree, erbacee e arbustive. All’ingresso sono presenti due serre che contengono decine di specie tropicali come palme, piante di caffè, papaya, zenzero e banani.

L’ingresso, che si trova a ridosso delle mura del Palazzo Ducale (è possibile entrare da Via Oberdan), è libero dal lunedì al venerdì fino alle 13. Le visite guidate sono su prenotazione e a pagamento. Controllate sempre sui canali ufficiali eventuali modifiche.

Camerino cosa vedere: L’Università

Camerino è uno dei poli universitari più importanti d’Italia. Nata nel 1336 conta 687 anni di storia. Come ogni città universitaria, la vivacità intellettuale e il movimento è ciò che le caratterizza e Camerino non è da meno.

Durante il terremoto il 67% degli spazi universitari sono risultati inagibili: uffici, laboratori, aule, biblioteche, studentato, ma questo non ha fermato le attività e nemmeno le immatricolazioni che sono aumentate del 20% dopo il disastro.

L’incontro con il neo rettore Graziano Leoni è nel nuovo edificio dedicato alla ricerca chiamato Chip (Chemistry Interdisciplinary Project) progettato e costruito come se fosse davvero un chip all’interno di gigante processore.

Il significato evocativo è proprio quello: l’interconnessione con gli altri elementi universitari della città.

Il Chip è un gioiello ingegneristico realizzato su un terreno non pianeggiante con uno speciale sistema di isolamento testato con uno speciale “test di rilascio” che simula un terremoto di grande magnitudo. Ha spostato l’edificio di ben 30 cm senza nessun danno.

L’innovazione, dunque, non è solo nella parte simbolica di quest’edificio, ma anche nella costruzione devota alla sicurezza e alla resistenza in senso lato.

Lungo la strada che vi porterà a Camerino vedrete sulla vostra sinistra il virtuoso centro sportivo, il CUS, che vanta strutture adatte per praticare tutti gli sport, tra cui una piscina e una pista di atletica. È qui che si sono svolti i Campionati Nazionali Universitari che fa salire sul podio Camerino a Capitale dello sport universitario.

Camerino cosa vedere: la scuola di musica

Chi fermerà la musica, cantavano i Pooh. A Camerino nemmeno il terremoto.

Quella dell’Accademia della Musica “Franco Corelli”, ricostruita grazie all’ Andrea Bocelli Foundation, è un’altra bellissima storia.

Vincenzo Correnti, Direttore della scuola e clarinettista professionista, ci ha accolti e raccontato come il Palazzo della Musica inaugurato nel 2015 andò distrutto dal sisma l’anno dopo e di come, dopo aver chiesto aiuto alla Fondazione Bocelli, la scuola ha potuto riavere una sede propria.

Dopo un anno in cui la Fondazione ha seguito in incognito le attività che, dopo il terremoto si sono appoggiate in qua e in là, ha deciso di ampliare e finanziare un nuovo progetto con una struttura ad hoc per le attività musicali costruita in 148 giorni.  Due piani che comprendono aule pratiche, sala di registrazione e un’acustica perfetta.  

È possibile visitare la scuola, basta andare, entrare e chiedere di poter dare un’occhiata. Sarete i benvenuti tra ragazzi che suonano il clarinetto, il pianoforte e piccole promesse della batteria!

Camerino cosa vedere: il cammino dei Cappuccini

“Nello spirito non c’è misura”

Le Marche sono da sempre considerate la Culla dei frati Cappuccini che nel 2028 compiranno 500 anni!

È a pochissimi km dal centro di Camerino che si trova il primo convento dell’ordine dei cappuccini al mondo: il convento di Renacavata.

Renecavata è il luogo religioso legato alla storia dei frati cappuccini più significativo di tutte la Marche: il luogo delle origini. Un luogo simbolico dal fascino indescrivibile.

Per entrare meglio in una storia che ha 5 secoli il CAMMINO DEI CAPPUCCINI è la scelta giusta. Un percorso di 400 km totali tra eremi e conventi. Parte da Fossombrone e arriva ad Ascoli Piceno che mette in connessione tutti i luoghi simbolo della storia dei cappuccini.

Un vero e proprio “Cammino di Santiago” marchigiano attraverso la scoperta del passato, ma anche del presente, grazie all’incontro con i cappuccini stessi che accolgono i pellegrini all’interno della loro quotidianità mettendo a disposizione vitto e alloggio all’interno dei conventi.

“C’è un tempo in cui devi lasciare i vestiti, quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo e dimenticare il solito cammino che sempre ci porta negli stessi luoghi. E l’ora del passaggio: e se noi non osiamo farlo resteremo sempre lontani da noi stessi. (Pessoa)

Tutte le info sul cammino le potete trovare sul sito ufficiale.

Se volete saperne di più sull’ordine potete leggere ‘Lo spirito dei cappuccini’ la storia avventurosa dei primi frati scritto da Fra Sergio in un dialogo tra un frate e un pellegrino.

Camerino: cosa e dove mangiare

La parte del gusto è un valore aggiunto per scoprire realtà e storie incredibili tra cui quella della Pasta di Camerino dall’iconico logo verde.

La pasta di Camerino porta con sé la tradizione della pasta fatta in casa dalla mamma con le uova di gallina appena raccolte. Premiata come la miglior pasta italiana per il rapporto qualità prezzo, fa della tagliatella all’uovo il suo punto di forza.

Ma di fatto, se pensiamo a Camerino, oltre alla pasta cosa ci viene in mente?

Il Torrone, simbolo protagonista appartenente ad una tradizione con radici nei meandri della storia.

Il Torrone Francucci è una golosità unica che produce più di 20 tipi di torrone. Varia dalla ricetta antica “C’era una volta” senza albume, al torrone classico al miele a quelli più innovativi come il tenero ricoperto.

Ottimo il “Ghiottò” con il fico e il bianco tenero con lo zenzero! Ottime idee da regalare a Natale.

Dove mangiare a Camerino?

A Villa Fornari. Non solo è un relais in cui soggiornare, ma è anche il posto ideale per un pranzo o una cena elegante e raffinata. La cucina ha radici nella tradizione culinaria regionale ed esplora entroterra e mare.

Non solo gusto, ma anche gentilezza e accoglienza sono le caratteristiche che mi hanno particolarmente colpito.

Tartufo, funghi, formaggi, salumi tra cui il tipico ciauscolo (salame a pasta molle) sono solo alcune delle prelibatezze che troverete in menù.

Secondo posto in cui assolutamente andare è l’Etoile Bistrot! Un locale super instagrammabile dove le creazioni dello chef Davide Marchionni vi prenderanno per la gola.

Alla base della sua cucina c’è la stagionalità e l’utilizzo di prodotti locali marchigiani lavorati con una ricerca gastronomica tra sapori e consistenze insolite accompagnata da una selezione di vini altrettanto preziosi.

Non andate via senza aver assaggiato il “liquore della casa”. Questo digestivo è prodotto con tutti gli “scarti” della cucina come per esempio melograno o sedano rapa, nell’ottica green del non buttare via nulla!

Camerino: dove dormire

Proprio accanto a Villa Fornari si trova la Country House “Le Calvie” che ho amato sin dal primo momento. Tra le colline marchigiane davanti ad un panorama quasi uscito da un dipinto impressionista, Le Calvie è il posto giusto per un weekend digital detox fuori da qualsiasi frenesia.

Un casale in mezzo al verde che rilassa gli occhi solo a guardarlo, dove gli uccellini cantano, le torte fatte in casa ti danno il buongiorno e il giardino ti accoglie per leggere il tuo libro preferito.

Come se non bastasse, qui è possibile fare due esperienze top!

La prima è fare Glamping dormendo in una Tipì oppure staccare la spina nell’area benessere Mysa che ricalca le tradizioni nordiche. (L’esperienza è solo per gli ospiti della struttura).

Ho immediatamente sposato la causa di Tipicità Marche per contribuire al contribuire al rilancio di una terra che ha sofferto si, ma che si sta rialzando.

Partecipare alla rinascita stessa di Camerino in una rete comune che ha come obiettivo riportare i turisti nel borgo grazie ad eventi e tradizioni significa raccontare e condividere!

Articolo scritto in collaborazione con Tipicità Marche.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *