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Santarcangelo: il borgo più “modaiolo” della Romagna

Santarcangelo è uno dei borghi più eleganti e più “modaiolo” dell’intera Romagna. Si trova tra Cesena e Rimini nel mezzo dell’ entroterra romagnolo: quello del Sangiovese.

Se vuoi vedere nuove tendenze e cose belle Santarcagelo di Romagna è il posto giusto: botteghe che hanno il sapore di una volta, negozi di abbigliamento e di oggettistica dallo stile “modaiolo”, ricercato e raffinato, locali che, nemmeno a dirlo, sono super instagrammabili e super gustosi da provare.

Tutto ciò, si mescola in maniera così perfettamente vanitosa da creare il mix giusto, per dare a questo paese un fascino irresistibile.  

Santarcangelo, è un borgo storico che ha saputo rinnovarsi dando spazio al pensiero giovane e creativo. Non è difficile, infatti, vedere la cittadina brulicare di giovani santarcangiolesi e non solo. I veri custodi del paese sono proprio i suoi abitanti, ed è facile rendersene conto. C’è uno spiccato senso di appartenenza, talmente alto che, venendo da fuori, ti senti quasi in dovere di stare in punta di piedi.

Ma cosa vedere a Santarcangelo di Romagna?

Santarcangelo è adatto alla classica “vasca” del sabato pomeriggio, al pranzo della domenica, ad un aperitivo al volo, ma anche ad un weekend intero.

Ospiti di un nuovissimo B&B, chiamato “Villa Ebe”, insieme ai proprietari Viola e Fabio,  siamo partiti alla scoperta del centro storico e non solo. Ma, un passo per volta.

Santarcangelo di Romagna: visitare il centro storico 

Il centro storico comincia dalla Piazza Ganganelli. Vi da il benvenuto un arco che porta lo stesso nome.  

Santarcangelo, in Romagna, è detto il paese dei “becchi”, che in dialetto significa cornuti, sapete perchè?

I becchi o i caproni, rappresentano, secondo la tradizione, le persone tradite. Passando sotto l’arco principale del paese, la tradizione vuole, che queste facciano suonare dei campanacci montati su delle grosse corna appese in cima.

Per fortuna questo non avviene tutti i giorni, altrimenti se ne vedrebbero delle belle, ma solo per San Martino, la festa del paese a Novembre. Durante questa occasione vengono appese due enormi corna proprio sotto l’arco e tutti con leggera goliardia si divertono a passarci sotto, sfidando la sorte! A volte, dico io, sarebbe meglio non sapere! 

Attraversata la Piazza con la fontana a forma di Pigna, disegnata da Tonino Guerra, cominciate a salire le scale. Addentratevi nel labirintico centro medioevale custode prezioso della quotidianità dei suoi abitanti. Salite in alto, fino ad arrivare alla torre campanaria in piazzetta Galassi, altro simbolo della città, per arrivare fino al castello malatestiano residenza della famosa Francesca, quella di Paolo per intenderci.

Soffermatevi ad ammirare il panorama dall’alto, ma anche tutti i particolari tipici tra cui porte, finestre, vasi di fiori, tende e botteghe. Due, tra le tante imperdibili, sono le più imperdibili:

la Stamperia Marchi, vicino allo IAT in cui troverete l’antica arte della stampa romagnola e la Grotta dei piacere, dove sarà sublime lasciarsi andare alle degustazioni di vino, tra cui la cagnina dolce tipica di Romagna.

Santarcangelo di Romagna: andar per musei

Santarcangelo è ricca di musei tra cui il MUSAS, il museo storico archeologico.

Non perdete il Museo del Bottone, un luogo che appartiene alla tradizione, quella vera, quella di un tempo. Attraverso i bottoni, l’antico proprietario della merceria Zucchi, vi accompagnerà in un viaggio alla scoperta della storia di Romagna dal ‘600 ai giorni nostri. 

Un altro museo che dovete visitare è il Museo dedicato a Tonino Guerra. Al suo interno vengono messe in mostra oltre 60 realizzazioni dell’artista romagnolo, celebre sceneggiatore di Federico Fellini.

Per chi non sa chi è Tonino Guerra, vi consiglio di andare a leggere il mio articolo su Pennabilli, ma anche di ascoltare la puntata del mio podcast su Spotify. 

Tenete come punto di riferimento per informazioni su orari e visite guidate lo IAT.

Santarcangelo di Romagna: merenda con piadina e sangiovese

A Santarcangelo è nato il sangiovese” così recita uno dei claim dell’ente turistico della città.

Decidere di pranzare, cenare o fare una merenda, significa avere l’imbarazzo della scelta tra i nomi celebri dei diversi ristoranti presenti.

La Sangiovesa, Il Calicanto, La Vermuteria, Ai Lazaroun, Dai galletti sono solo alcuni ristoranti tra i quali scegliere. Tra i tanti (tutti ottimi), mi sento di segnalarvi l’Osteria del Campanone dove, la piadina è la più buona di Romagna!  Non c’è menù, non c’è prenotazione, arrivate per tempo,  dite cosa vi piace e loro penseranno al resto. 

Scordatevi, però, la piada classica, qui si lavora con abbinamenti gourmet ricchi di gusto: ricotta e fichi caramellati, zucca candita e pecorino, sono solo alcuni esempi. 

Santarcangelo di Romagna: le grotte tufacee 

Cambiamo completamente atmosfera: dalla vivacità del centro storico ci spostiamo alla misteriosa Santarcangelo sotterranea. Purtroppo per via della chiusura Covid, non ho avuto il piacere di poter visitare le Grotte Tufacee , ma di fatto che cosa sono? 

Ci sono diverse ipotesi a riguardo queste grotte: per alcuni erano destinate ad un uso pratico come depositi per la conservazione del tipico Sangiovese, grazie alla temperatura costante di 12/13 gradi, per altri non si esclude, invece, una finalità culturale, tipo grotte paleocristiane, piccole basiliche per i monaci. Fatto sta che ancora oggi, rimane tutto un mistero! Si sa invece certezza che queste grotte furono i rifugi usati dagli abitanti della città durante la seconda guerra mondiale.

Santarcangelo di Romagna: Street art 

Oramai la street art e i murales  fanno parte dell’architettura urbana tanto che diversi borghi romagnoli ne hanno fatto una filosofia, come Dozza, per esempio. 

A Santarcangelo, uno dei più celebri è la pittura dedicata alla poetessa santarcangiolese Giuliana Rocchi, chiamata  i “Panni stesi” ad opera dell’artista Eron. I panni sono il simbolo della donna casalinga e si trova sul muro dello stabile del  cinema. La  posizione migliore per vederlo è quella dal parco. 

Un altro, sempre di Eron è sul muro del lavatoio comunale, spazio dedicato oggi alle attività teatrali.

Santarcangelo di Romagna: Mutonia

Mutonia non saprei proprio come definirla, ma soprattutto non so quali parole siano più giuste per raccontarvela.

Avete presente il set di un film post-apocalittico in cui in pochi si sono salvati e decidono di proseguire la loro vita come comunità eletta, votata alla salvaguardia di quello che rimane? Ecco, questi potrebbero essere potenziali immaginari che si avvicinano, almeno solo in parte, a quello che è Mutonia.

Mutonia è un luogo underground e alternativo, una sorta di contro-cultura non sovversiva, ma una cultura che ribalta i canoni tradizionali della società e decide di vivere con regole proprie.  Mutonia, per fare questo utilizza una creatività quasi fantascientifica, comunicando così valori e la decisione di essere anticonformista e fuori dagli schemi.

I mutoidi, non sono gli abitanti di un pianeta alieno lontano dalla terra, ma sono gli abitanti di questa comunità chiamata ufficialmente Mutoid Waiste Company incastonata nella campagna di Santarcangelo ai piedi della Val Marecchia. 

Da Londra, negli anni 90, hanno deciso di abbandonare gli agi e le consuetudini delle briglie sociali e culturali per creare un loro spazio. Una comune in cui vige il rispetto per la propria terra e per la natura veicolato dalla creatività di artisti ormai di fama internazionale.

Con materiali metallici di scarto provenienti da auto, moto e macchinari vari, hanno prodotto sculture, automi, animali mitologici, cyborg e insetti dal sapore post atomico. Sarete in un posto totalmente fuori dagli schemi, dove a completare il quadro ci potrebbe stare fuoco, musica elettronica e rave party. 

In realtà non è proprio così perché gli abitanti di Mutonia sono pacifici e molto collaborativi con il loro paese di adozione. Tengono corsi artistici per bambini e si rendono partecipi per diverse manifestazioni. 

Sono portatori del verbo fare, di creatività, di avanguardia artistica, che sposa un messaggio molto importante: il messaggio di rispetto, di inclusione quale esso sia.

Come visitare Mutonia? Potete arrivare e parcheggiare l’auto nel piccolo spazio prima di varcare il cancello ed entrare a piedi. Abbiate rispetto per le strutture che sono davvero fenomenali e uniche al mondo, ma soprattutto abbiatene per gli abitanti del posto. Non si sottrarranno alle vostre domande, ma non esagerate, siete pur sempre a casa loro.

Santarcangelo di Romagna: dormire a Villa Ebe

Dormire a Villa Ebe è un’esperienza nell’esperienza. Villa Ebe è una villa storica del paese del 1940. 

La struttura esterna è rimasta pressoché intatta, ma attraverso un minuzioso lavoro di ricerca da parte di Viola e Fabio, i proprietari della struttura, sono riusciti a creare un ambiente di una raffinatezza e di un’eleganza unica.

Il B&B ha cinque stanze una diversa dall’altra, tutte caratterizzate da un colore e da uno stile differente. La mattina vi aspetterà una colazione super gustosa tutta home made.  

Il claim del B&B è: “ che tu voglia scoprire la Romagna o che tu sia di passaggio, Villa Ebe ti accoglierà nel migliore dei modi” e non ci sono parole diverse per descrivere come vi sentirete.

Un ambiente ricercato che non dimentica le tradizioni di Romagna: un’ottima ospitalità dei padroni di casa e del loro piccolo bassotto Arturo!

Per più info guardate il loro sito.

Ora, siete pronti a creare la vostra personale to do list e partire alla scoperta di Santarcangelo di Romagna!

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