MEDIO ORIENTE,  OMAN,  PENISOLA ARABICA

OMAN: CURIOSITA’ E RACCONTI DAL PAESE DELL’INCENSO

L’Oman è un paese straordinario che profuma di Oud e di incenso. Curiosità e racconti di un viaggio on the road nella terra di profumi.

L’Oman è una tra le destinazioni che ti riportano in una frazione di secondo a quel libro blu con le stelle gialle. Suggestioni dalle mille e una notte e sguardo all’insù in attesa che il tappeto volante sfrecci nel cielo in una notte stellata nel deserto.

L’Oman rappresenta la porta per scoprire il mondo arabo in maniera facile e comoda anche in totale autonomia.

La prima cosa che mi ha colpita una volta arrivata in Oman è stato il profumo. Non credo esista al mondo un paese più profumato di questo. L’incenso è ovunque. Il suo profumo è avvolgente, pieno e pungente. In aeroporto, nelle hall degli hotel, nei mercati, davanti ai negozi.

Cortine di fumo profumate si elevano dall’alto delle sue ceneri poste su un calice smerlato di metallo o di ceramica. Come una fenice che rinasce portando con sé una trasformazione quasi alchemica.

Non si tratta solo di incenso, ma anche di fiori, di Oud, di ambra e di vaniglia. Note olfattive specchiate nelle vetrine scintillanti dei negozi che esibiscono bottiglie a volte troppo elaborate, troppo “arabe” o troppo intense per i gusti a cui siamo abituati.

Ci si trova facilmente impigliati in scie profumate che uomini e donne lasciano dietro di sé sortendo lo stesso effetto del canto delle sirene di Ulisse.

La profumeria dell’Oman è una testimonianza della ricca storia del paese, delle tradizioni profondamente radicate legate alle fragranze naturali. Annusando questo paese, ci si addentra in una forma d’arte, in una tradizione e in un tesoro culturale.

Petali di rose della regione di Jebel Akhdar vengono trasformati nella famosa acqua di rose dell’Oman, utilizzata nei profumi, nella cucina e per accogliere gli ospiti in segno di benedizione.

Oltre ai turbanti di lana stampata paisley, gli uomini dell’Oman si avvalgono di fragranze nello stesso modo in cui i pittori si avvalgono dei colori per dipingere. Gli uomini e le donne del Golfo Persico sono coloro che spendono di più in profumi nel mondo.

Uomini e donne. Arriva la questione spinosa che non credo di riuscire a dipanare nel migliore dei modi, ma che rappresenta il progressismo di un paese che non ha fatto degli estremismi la propria bandiera.

Gruppi di ragazze scivolano lungo i marciapiedi nelle loro vesti nere dai bordi di strass dove timide sbirciano scarpe costose che vanno dalle Sneakers a sandali impreziositi da lustrini. La maggior parte indossa solo l’Hijab, da dove fanno capolino ciglia folte e sguardi curiosi e schivi al tempo stesso.

Le trovi nei negozi ad annusare essenze, a scegliere stoffe o gioielli scintillanti. Si infilano tra le bancarelle dei mercati che vendono abiti colorati svelando la segreta vivacità che si trova sotto l’ Abaya nera. 

Come in un gioco di Yin e di Yang, contrapposto al nero delle donne, ci sono gli uomini fasciati in vesti bianche ed immacolate. Sono bellissimi, dagli occhi neri così profondi quasi da penetrare l’anima, barbe precise e nere come la pece trasudano eleganza in ogni movimento. Passi accompagnati da un bastone utilizzato come ornamento e una nappina sul collo imbevuta di immancabile profumo.

Cordiali, accoglienti, gentili sono uno dei popoli più ospitali che io abbia mai incontrato. Livelli di scolarizzazione altissimi, livello di inglese perfetto pressoché per tutti e per chi non lo ha, la voglia di perfezionarlo prende il sopravvento. Non si fatica molto a capire perché quasi tutta la penisola arabica stia andando alla velocità della luce.

Non è insolito che qualcuno arrivi e vi offra datteri e caffè, quello verde che profuma di cardamomo. Datteri piccoli, grandi, aromatizzati, più secchi o più dolci. I datteri sono ovunque: nei mercati, nei negozi e nelle case. Un piccolo e prezioso frutto con il quale creare ricette e mix golosi irresistibili.

I cesti pieni di spezie colorate sono un piacere per gli occhi che si confondono tra il giallo acceso della curcuma, il rosso dello zafferano e la frutta secca dalle mille sfumature di marrone.

In Oman si usa la macchina. È un paese “comodo” che apre e chiude gli sportelli di fronte ai negozi in cui entrare o addirittura suona un clacson nell’attesa che il barista esca per ordinare un caffè da asporto degno del più ganzo drive-in.

È fortissima l’immigrazione indo-palestinese, iraniana e yemenita impiegata nel lavoro. Gli omaniti sono impiegati in ruoli statali o imprenditoriali. Mi sono stupita di questo senza sapere che quello che avrei visto negli Emirati Arabi sarebbe stato ancora più evidente.

Una terra che offre elementi naturali come il mare, le montagne alte circa 3000 mt, i deserti e paesaggi incredibili in cui fanno capolino ben 5 sono Patrimonio Unesco. Un sistema di canali, Al Falaji tengono fertili i terreni diventando una sorta di filo di Arianna tra i villaggi.

Un nuovo viaggio che mi ha portata, dopo l’Arabia Saudita, nella Penisola Arabica per scoprire un altro tassello di questa parte di mondo affascinante e complessa al tempo stesso.

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