ARABIA SAUDITA,  MEDIO ORIENTE

Arabia Saudita: cosa vedere in 4 giorni

Viaggio in Arabia Saudita? Ecco cosa vedere in 4 giorni in un paese aperto al turismo solo dal 2019!

Un viaggio in Arabia Saudita non è mai rientrato nelle mie priorità. Diciamo pure che non si trovava nemmeno all’ultimo posto della mia bucket list, anzi proprio non era nemmeno nei pensieri più reconditi.

Insomma l’Arabia Saudita è una di quelle destinazioni che non ho mai nemmeno lontanamente considerato e non per i tanti pregiudizi che le aleggiano intorno. La verità è che proprio mi era indifferente.

E com’è quindi che sono finita a Riad?

Grazie ad un’iniziativa di WizzAir, l’UNKNOW FLIGHT, io e altri circa 300 viaggiatori ci siamo imbarcati in un aereo con destinazione sconosciuta. Esatto proprio così! Talmente sconosciuta, al punto che sui cartelloni alla partenza c’era proprio scritto UNKNOW così come sulla carta d’imbarco.

L’aereo più pazzo del mondo? Decisamente si!

L’ Arabia Saudita ponte tra Occidente, Africa e Asia, 19esima economia più fiorente al mondo mi ha catapultata in ciò che si è dimostrata essere una grandissima rivelazione!

Un viaggio pazzesco tra cultura, idee, innovazione, tradizione e soprattutto persone.

L’Arabia Saudita mi ha sorpresa con la sua ospitalità, il suo ordine, la sua tradizione e la sua spinta verso la modernità che si traduce nel considerare il turismo il nuovo petrolio che, nel progetto Vision 2030, rientra a tutti gli effetti tra gli obiettivi volti ad innalzare la qualità della vita nel paese.

Perché visitare l’Arabia Saudita

La cultura saudita è profondamente radicata nelle tradizioni islamiche, da viaggiatori siamo incoraggiati a rispettarne i valori. Uno dei motivi per visitare questo paese è proprio questo: incontrare una cultura diversa dalla nostra e cercare di comprenderla un pochino di più.

Considero il rispetto per le differenze culturali fondamentale non solo per un’esperienza di viaggio positiva, ma anche per una mia cultura personale di conoscenza e accettazione.

La recente apertura al turismo ha reso fruibili posti pazzeschi come Riad, Jeddah e la storica città di Al-Ula, considerata la “Petra Saudita”, nonché Patrimonio Unesco.

Non c’è un vero perché se non quello di conoscere, esplorare e avvicinarsi ad una cultura estremamente affascinante sotto tutti i punti di vista, soprattutto se siete assettati di esplorare ciò che va oltre.

Arabia Saudita: come arrivare, visto d’ingresso e assicurazione

L’Arabia ha aperto le porte al turismo dal 2019.

Questo nuovo respiro ha come scopo di spalancare la cultura, le tradizioni, lo stile di vita al turista per restituire una giusta percezione del paese. Tra i vari obietti c’è anche quello di raddoppiare il numero dei siti patrimonio Unesco. Ad oggi se ne contano 5,  io ne ho visti 2.

Per entrare nel paese è necessario il Visto, unica nota dolente di tutta la questione, perché?

Diciamo che non è proprio il più economico del mondo. È possibile farlo direttamente all’aeroporto, ma è consigliabile farlo direttamente on line al costo di 180 € a persona. Se dovessi dare un feedback, alla voce “cosa migliorare”, forse suggerirei di rendere questo visto un po’ più economico e popolare.

Dall’Italia è possibile raggiungere Riad o Jeddah comodamente da Venezia, Roma e Milano a prezzi che variano da periodo a periodo. A seconda del vostro itinerario potrete decidere se arrivare in una città e ripartire dall’altra. In circa 6 ore sarete a destinazione.

Il periodo migliore per visitare l’Arabia Saudita è il nostro inverno massimo fino ad aprile. L’estate è troppo calda.

Ultima raccomandazione mai partire senza l’assicurazione di viaggio, anche se si tratta di pochi giorni.

Arabia Saudita: cosa mettere in valigia

Con il fatto che il volo aveva destinazione sconosciuta fare la valigia non è stato semplicissimo.

In ogni caso due indicazioni ben precise ci erano state passate dall’agenzia: il range di temperatura e la zona del mondo in cui saremo atterrati: “Medio Oriente” che, capite anche voi, vuol dire tutto e niente.  

Già questo, però è bastato per escludere tutte quelle “mise” ristrette (che io non uso mai a prescindere) e a dar spazio a gonne a ruota lunghe, abiti e pantaloni larghi.

A scanso di equivoci in Arabia Saudita non c’è un preciso codice di abbigliamento ( a part i luoghi sacri), ma vale il buon senso che ogni viaggiatore dovrebbe avere. Non mettete in valigia capi striminziti, top o short, ma mettete ciò che, come dico io, può svolazzare e che nel deserto fa anche la sua figura! Abbiate rispetto per la cultura che state per incontrare e sarete accolti nel modo migliore.

Nessuno vi obbligherà a coprirvi la testa o ad indossare l’abito tradizione chiamato Abaya, quindi state tranquille, potete scegliere se comprarne uno al mercato (bellissimi) e usarlo per fare foto strepitose tra le dune rosse o in mezzo ad un Souq.

Ricordatevi scarpe comode, crema solare e un cappellino.

Arabia Saudita: itinerario e come spostarsi

Uno dei mezzi più comodi per spostarsi in Arabia Saudita è il taxi. Potete contattarlo sia con Uber, ma anche con un’applicazione chiamata Careem. Se, invece, volete spostarvi da una città all’altra i bus Saptco effettuano servizi regolarmente. Per esempio da Riyad a jedda o da Riad a Damman.

Resta sempre valida l’opzione voli interni nel caso di tratte più lunghe e complicate o la sempre comoda macchina a noleggio.

Arabia Saudita: itinerario di 4 giorni

Piano piano arriviamo all’organizzazione dell’itinerario che qui divido per giornate.

Primo giorno: Riad città

Cominciare dalla capitale è il modo migliore per toccare con mano il simbolo della modernità saudita.

Appena arrivati ci siamo diretti in uno dei 5 Patrimonio Unesco presenti nel paese: Diryah

A circa 20 km da Riyadh si tratta di un luogo estremamente affascinante che incarna a tutti gli effetti la direzione di questo paese che oscilla come un’altalena tra antico e moderno.

Nel cuore di un’oasi verde piena di frutteti, fattorie e palme da frutto nel mezzo di un deserto arabo sulle rive del Wadi Hanifa, l’Imam Muhammad Bin Saud ha gettato le basi del governo del primo Stato Saudita, che ha portato ad una prosperità della regione senza precedenti. Visto che si tratta del simbolo per eccellenza della nascita dello Stato, la visita comprende anche un museo.

I lavori di ristrutturazione dell’intero complesso che sono durati circa dieci anni ne hanno fatto un capolavoro che di notte con il buio e le luci arancioni rendono tutto ancora più suggestivo.

Il fascino però non è solo legato al sito storico. Tutto intorno è stato creato un centro visitatori in cui trovare ristoranti raffinati (oltre 20), attività per bambini e attività di intrattenimento. La Bujairi Terrace offre una vista mozzafiato sia sul sito storico, ma anche sulla suggestiva passerella che porta al sito storico.

Se avete una prenotazione presso uno dei ristoranti non è necessario acquistare un biglietto d’ingresso per il sito, ma l’ingresso sarà compreso.

La mattina dopo levataccia per cominciare la visita della città.

Prima fermata al Masmak Fort (ingresso gratuito) uno dei forti più antichi di tutta la città. Con le sue pareti di argilla e fango sembra davvero il set di un film che ha come protagonista Lawrence d’Arabia. Le grandi bandiere verdi sventolano fiere accompagnate dal richiamo della preghiera nel piazzale proprio di fronte alla fortezza museo.

La visita si divide in 6 parti principali: la porta sul lato occidentale, la Moschea a sinistra dell’ingresso, il Majlis di fronte all’ingresso, il pozzo sul lato nord-orientale, le torri in ciascuno dei quattro angoli e il cortile circondato da ambienti con colonne comunicanti.

Se siete appassionati di foto si tratta di un luogo super fotogenico.

Poco lontano si trova il Suq Al Zal che non mi ha particolarmente entusiasmato, tutto troppo ordinato e silenzioso. In ogni caso qui potrete acquistare spezie, profumi o vedere come viene confezionato l’Agal, quella sorta di cerchio che tiene ferma la Kefiah.

Pausa pranzo al Najdi Village. Questo posto serve piatti tradizionali sauditi (tra cui il cammello) in una casa storica costruita come le vecchie abitazioni della regione del Najd.  Tetti, colonne, tappeti ombre, luci e colori tutto è al posto giusto per scattare foto super social. Potrete pranzare seduti per terra tra i tappeti persiani molto accoglienti e caratteristici in un’area salotto privata che vi consiglio caldamente.

Si prospetta un pomeriggio movimentato al Boulevard World un vero e proprio parco a tema in cui fare il giro del mondo. Sono presenti le ricostruzioni di 10 paesi con spettacoli, attrazioni, ristoranti e shopping a tema, ma non solo! Qui c’è il lago artificiale più grande del mondo, montagne russe, escape room e un Monopoli gigante, solo per citare alcune delle diavolerie che trovate.

Un paese dei balocchi che, per me, amante dei parchi di divertimenti, mi ha fatto letteralmente impazzire!

Il parco non è sempre aperto, ma segue le flessibilità di quello che viene chiamato la Riyadh Season. Tenete d’occhio questo posto perché avrà un ruolo importante nel prossimo Expo 2030.

Il biglietto costa circa 25 €, ma attenzione perché non comprende nulla se non il passaggio al tornello. Tutte le attrazioni sono extra.

Con una funivia potrete passare al Boulevard City una zona piena di negozi, ristoranti di lusso, spettacoli e chi più ne ha più ne metta!

Ho cenato al ristorante Beirut Khanum, ottima cena in una location super elegante. Vi dico solo che i lampadari erano fatti con piume di struzzo bianche! Un sogno!

Secondo giorno: Riad dall’alto e il deserto

Il secondo giorno il programma prevede le grandi altezze: vedere Riad dall’alto.

L’edificio iconico dello skyline è quello che viene chiamato ironicamente “cavatappi”. Effettivamente la forma in alto lo ricorda parecchio. Si tratta del Kingdom Center con un ascensore che a 180 km orari porta fino al 99° piano dello SkyBridge: un ponte sospeso a 330 mt di altezza.

Io non sono salita su questo grattacielo, ma su quello di fronte Al Faisaliah Tower che vanta il primato di essere il primo grattacielo in Arabia Saudita.

Alto 267 mt è il quarto grattacielo più alto del paese e il 325esimo più alto del mondo. Il paesaggio urbano e la meraviglia architettonica da quassù sono un colpo d’occhio pazzesco che si amplifica grazie all’effetto ottico della sfera dorata e specchiata sopra le vostre teste.

Il pomeriggio è programmato per esplorare e vivere il deserto saudita nell’ora del tramonto.

Siamo a Saad Wild Park o Najdiah Camp a circa due ore di auto dalla capitale.

Oltre ad essere campo tendato con tappeti e tende, è la porta di accesso al deserto. Subisco tantissimo il fascino dei deserti soprattutto quando si concretizzano con l’immagine canonica: dune rosse increspate dal vento, vuoto e silenzio assoluto che, in questo caso, si spostano di 30 mt ogni anno.

Un posto pazzesco che sa rapire il cuore e gli occhi, di una suggestione quasi surreale soprattutto nell’ora del tramonto.

Qui oltre a “stare” nel qui e ora per godervi l’assenza di qualsiasi cosa, potrete farvi organizzare le classiche attività amate tantissimo dai sauditi: Sand Jeep Safari in 4X4, cammellata, giro in Quad, thè o pic nic nel deserto.

Grazie al Saad Wild Park abbiamo fatto questo tutto insieme, anche se io ho volontariamente ho detto “no grazie” ai cammelli. In compenso mi sono lanciata sulle Jeep per scaricare adrenalina in alta velocità.

Non so quale delle due metta a dura prova l’etica ambientale (e qui potremmo aprire mille giuste parentesi), ma cinicamente vi dirò che è stato pazzesco!

Terzo giorno: Al Hasa Oasis

Di buon’ora ci spostiamo con circa 4 ore di viaggio ad Al Hasa per vedere il secondo patrimonio Unesco di questo viaggio. Prima, però, facciamo sosta nella Città Vecchia per vedere l’Ibrahim Palace e fare un giro Al Qaisariah Souq.

Un mercato ristrutturato, ordinato e caratteristico che invita ad acquistare spezie, profumi e vestiti tipici.

Io ho comprato un Abaya e l’hijab da mettere in testa che sto usando come sciarpa nell’attesa del mio prossimo viaggio in terre islamiche. Qui abbiamo visitato il mercato in autonomia senza sentirci mai fuori luogo o estremamente osservate.

È arrivato il momento di visitare uno dei posti più incredibili che io abbia mai visto. Le Al Qarah Caves si trovano in una delle oasi più grandi del mondo alla fine dell’altopiano di Shadqam che collega il deserto di Rub Al Khali a Sud, l’Iraq e il Kuwait a Nord.

Qui grotte e un canyon hanno creato un vero e proprio spettacolo della natura. Già il significato del nome stesso “fischio del vento”, può dare l’idea delle atmosfere. Qui si sono creati due ambienti naturali contrapposti tra loro: uno tra le rocce e uno sulle montagne dal quale ammirare il mare verde di palme -più di un milione- che circondano questo posto.

Pensate che nell’antichità tra i cunicoli di questo canyon o si veniva per rinfrescarsi o venivano utilizzare come deposito o nascondiglio per gli oggetti preziosi.

Questa è anche di fatto la capitale del dattero!

Il biglietto costa circa 12 ero.

Quarto giorno: Damman

L’ultimo giorno ci spostiamo in quella che è una delle città più turistiche dell’Arabia Saudita e che, in fatto di ricettività non è seconda a nessuno. Damman ebbe e ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del commercio petrolifero perché è qui che venne scoperto dagli Stati Uniti sancendo l’unione delle due economie.

Questo spiega anche perché Damman ha un’allure più internazionale rispetto alle altre città. Nella seconda città più popolata dell’Arabia Saudita sono due le tappe in programma: il centro culturale Ithra e l’Heritage Village una sorta di museo culturale e ristorante.

Partiamo dal primo e dire che è pazzesco è un eufemismo.

Il King Abdulaiziz Center rientra tra i primi 100 posto al mondo da visitare al mondo secondo la rivista Time.

La struttura disegnata da uno studio di architettura norvegese è qualcosa che arriva direttamente dal futuro e che viene definita a tutti gli effetti un’opera di landscape.

Creato con 350 km di tubi di acciaio tutti diversi uno dall’altro è un centro culturale con all’interno teatro, cinema, sale espositive e una biblioteca supersonica!!! Il centro Ithra è un simbolo molto sentito dai sauditi: rappresenta il cambiamento e la spinta verso il progresso e verso il turismo.

Qui trovate tutte le informazioni per prenotare il biglietto d’ingresso! Ne vale assolutamente la pena!

Per pranzo e ultima tappa stop all’Heritage Village una sorta di museo etnografico che custodisce la tradizione araba e per questo molto amato dai local! Cinque piani in cui pranzare e  vedere alcune esposizioni  con spiegazioni anche in inglese tra cui auto d’epoca.

Da qui il viaggio potrebbe proseguire verso altre tappe cool dell’Arabia come Jedda o la quasi extra terrena Al Hula o la Mecca. Se avete intenzione di andare alla Medina cercate precise informazioni su quando e come visitarla. Siate consapevoli che nessun musulmano può entrare alla Mecca.

Arabia Saudita: donne e sicurezza

L’Arabia Saudita attribuisce grande importanza alla sicurezza dei suoi visitatori e infatti non mi sono mai sentita in pericolo o minacciata.

La presenza di forze di sicurezza è diffusa in tutto il paese, garantendo un ambiente tranquillo e accogliente. Tuttavia, è consigliabile rispettare le norme locali e rimanere consapevoli dell’ambiente circostante per garantire un viaggio sicuro e senza problemi.

Per superare ogni pregiudizio e non fossilizzarci solo sulle cose che non funzionano è corretto dire che l’emancipazione della donna ha ancora tantissima strada da fare, ma è anche vero che sono stati fatti numerosi passi avanti che se per noi vogliono dire molto poco, qui sono una forte spinta al progresso.

Dal 2018 le donne possono guidare, non hanno necessità di essere accompagnate da un uomo, non c’è più obbligo di velo, anche se di fatto quasi tutte lo portano. Sono tantissime quelle che ho visto da sole o con le amiche. Bellissime, curatissime, profumatissime con borse e scarpe da far girare la testa alla Ferragni.

Una curiosità che mi ha lasciato a boca aperta è che il 70% della popolazione ha meno di 28 anni.

Arabia Saudita: dove dormire

Il modo migliore per trovare gli alloggi rimane Booking.

Il livello degli hotel è abbastanza alto per strutture nuove e quasi tutte pensate per il turismo local. A Riad ho alloggiato al Radisson Blu, mentre ad Al Hasa all’Hotel Intercontinental. Un hotel non solo meravigliosamente pazzesco, ma con una colazione straordinaria!

Arabia Saudita: cosa mangiare

Fare un viaggio in Arabia Saudita significa non solo immergersi nella sua storia e cultura, ma anche gustare i sapori unici e deliziosi di una cucina locale che a tratti mi ha ricordato quella giordana. Il cibo riflette la tradizione e la diversità delle varie regioni, offrendo piatti che variano dalla carne alle verdure.

Una delle specialità più emblematiche è il piatto nazionale che combina riso aromatizzato con spezie, uvetta, carne (generalmente agnello, pollo, cammello o manzo) e verdure.

Per coloro che amano le esperienze sensoriali intense, i “Mezze” sono la scelta ideale per provare di tutto un po’. Questa selezione di antipasti comprende hummus, falafel, babaganousch, tabbouleh e molte altre prelibatezze, servite con pane fresco appena sfornata.

Gli amanti dei dolci saranno conquistati dai dolci sauditi prelibatezze a base di pasta fillo, miele, frutta secca sciroppo di zucchero e datteri. A tal proposito caffè e datteri sono il biglietto da visita di questo paese, ma definirli in questo modo sarebbe molto riduttivo.

Il caffè non è propriamente come il nostro. I chicchi non vengono tostati e non vengono macinati con il risultato che il caffè è più fresco. Un’altra differenza è il fatto che viene fatto bollire per circa 15 minuti con aggiunta di cardamomo. Il caffè arabo viene servito con i datteri i più golosi e grossi che io abbia mai mangiato nella mia vita. Potete mangiarli “plain” ovvero semplici o farciti con creme differenti. Un peccato di gola sublime!

Prepara la valigia è ora di partire!

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