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TOGOVAN: una community che viaggia in MiniVan

Uno “slow travel” dal sapore tutto vintage. Togovan ci racconta come si viaggia in minivan. Stop Dreaming, Start Vanning!

Sono davvero lieta di ospitare nel mio blog un’intervista che, sono certa, solleticherà la curiosità di diverse persone. Amanti del viaggio, amanti delle esperienze alternative, amanti del prendersi tempo per sé  e amanti del vintage, questo articolo fa per voi!

La valigia di Pimpi ama le cose alternative e quando mi sono imbattuta nella Community TOGOVAN non potevo non saperne di più!

Così, con gentilezza e profonda collaborazione Michela, Carlo e Chiara, hanno accettato la mia proposta e hanno deciso di parlarmi del loro super progetto: creare una vera e propria community per chi ama gli iconici van, ma soprattutto per chi sposa la filosofia del condividere un viaggio “lento” e semplice.

Parliamo di entusiasmo, di voglia di sperimentare, ma soprattutto di slow travel, di “restanza”, di sapori retrò e di quella pazza voglia di mollare l’orologio e viaggiare senza scadenze!

Da dove nasce la vostra passione del viaggio? E quella dello ”slow travel”? Che definizione amate darne?

Michela:Ciao Giorgia! Direi che la passione del viaggio è insita in me fin da bimba: ho imparato tardi a camminare, ma quando sono partita…nessuno mi ha mai più fermata (come dice sempre mia mamma)!

Con i miei genitori nel tempo libero si andava spesso per ristoranti in tutta Italia (babbo è un ex chef di tutto rispetto 😉 ) e da lì deriva la passione per la buona cucina e la condivisione della stessa con gli amici. I miei genitori sono sempre stati molto aperti di mentalità e mi hanno permesso di frequentare i doposcuola, le colonie e i viaggi di gruppo fin da bambina, e questo non ha fatto altro che accrescere in me la voglia di “scoperta del mondo” – che già fa  parte del mio DNA – e per questo non smetterò mai di ringraziarli. Con mamma giravamo di più, dato che appunto mio padre aveva un lavoro decisamente impegnativo, ed ogni volta che prendevamo un treno o andavamo semplicemente a fare un pic-nic sulle colline sopra casa. Per me, già quello era UN VIAGGIO, UNA SCOPERTA, un tassello in più al puzzle di “scoperta del mondo” che mi sarebbe piaciuto comporre nella vita…e questo ovviamente l’ho scoperto col tempo. Ma la gioia che mi lasciavano quei mini-viaggi, le avventure sul treno o sui pullman agli occhi di me bambina era grandissima…

Chiara: Mi piace viaggiare da sempre, faccio parte di quelle persone che amano partire, scoprire nuovi territori, usi, cibi, tradizioni e che poi amano altrettanto far rientro a casa. Mi piace passare giornate in mezzo al verde: un parco, le rive di un fiume o una riserva naturale, come quella che si puó trovare ad un’oretta da casa mia, nella quale mi recavo da bambina con la famiglia per una gita domenicale.

Da bambina amavo tanto il mare e con mia sorella abbiamo costretto i nostri genitori a lunghe giornate in spiaggia a far castelli e cercare l’acqua scavando nella sabbia, poi crescendo il verde, le città d’arte ed i piccoli borghi mi hanno conquistata.La vacanza, di un giorno o più lunga, per essere tale deve essere slow, quindi per me inizia con l’accantonare l’orologio e lo smartphone, prosegue con un itinerario flessibile e prevede sempre la scoperta di qualche sapore della tradizione.

Carlo: hai presente Ulisse verso Itaca? Bene, sappi che non era nessuno a confronto delle peripezie affrontate da un quattordicenne romagnolo dal giorno in cui il codice stradale ha liberato la sua voglia di macinare strada. A cavallo di un cinquantino, che di affidabile aveva solo l’assicurazione, la domenica mattina mi svegliavo prestissimo per raggiungere le mete delle colline tosco emiliane, pago del fatto che rientrare da un giro di 200/300 km, seppur svolto in parecchie ore, mi riempiva di gioia per tutti i particolari che il mio cervello poteva “fotografare” proprio grazie alla smisurata velocità di crociera.

Questo voglia è cresciuto di pari passo a possibilità ed età, traducendosi in continua voglia di scoprire cosa potrà offrire quella stradina o quel crinale. Non meno importante è stata la fortuna di poter viaggiare già dai 12 anni all’estero per motivi sportivi, o come esperienza di vita su incentivo dei genitori. Queste esperienze han timbrato indelebilmente il mio passaporto mentale.

Quali sono i pregi, i difetti e gli aspetti interessanti del viaggiare con lentezza? Cosa ci si aspetta da un’avventura di questo tipo?

Michela: perchè, esistono i difetti? Scherzo!! Più che di “difetti” parlerei di cosa ci si può aspettare che succeda da un’avventura tutta slow. E’ evidente che se si decide di intraprendere un viaggio in minivan (come nel nostro caso) ma anche con qualsiasi altra forma di trasporto “lenta”, dobbiamo mettere in conto che il tempo da dedicargli dev’essere calcolato bene. Non si può vivere con l’occhio all’orologio o partire sul filo del rasoio con l’orario per raggiungere una destinazione o un’attrazione che magari sappiamo chiudere a una certa ora.

Parlando di minivan vintage poi può capitare che questi mezzi si guastino (tranquilli ci stiamo attrezzando per Togovan!) per strada o che – come a me e Carlo il mio compagno – viaggiando sull’isola di Tenerife, il secondo giorno si spacchi la pompa dell’acqua: e dove lo trovi il pezzo il 27 di Dicembre a Tenerife???!? 😀 Morale, il bisogno aguzza l’ingegno e sopperisci in altra maniera, imparando appunto – e qui arrivano i pregi – che si riesce a vivere serenamente anche senza tutto quello di cui siamo pieni, soffocati e indotti ad avere tutti i santi giorni.

Uno dei pregi è senza dubbio la calma che un viaggio lento ti induce obbligatoriamente: Wendy, T2 appunto noleggiato a Tenerife, a più di 60Km/h non andava neanche a spingerla in discesa (o forse lì i 65Km/h si facevano!) ed era “lei” che dettava i limiti, le soste e di conseguenza il rallentare del nostro itinerario. Non si riusciva a vedere qualcosa? Pazienza, l’avremmo visto il giorno dopo…. oppure mai, e allora sarebbe stato un ulteriore buon motivo per ritornare su un’isola splendida.

Viaggiare lento ti permette di guardarti intorno in maniera più rilassata e parlare di più con gli altri. Non c’è bisogno di correre, hai più tempo da dedicare a una chiacchiera con le persone che incontri, una cena o una serata con nuovi amici. Il tempo è lì, fermo al momento, senza aspettative nel dover “per forza arrivare lì”entro una certa ora…

Viaggiando in minivan poi tutto questo è all’apice perché hai “la tua casa” sopra la testa e sai che qualsiasi cosa succeda tu puoi stare fermo esattamente dove sei: quant’è bello fermarsi e sentirsi “in pace col mondo”?

Cosa aspettarsi da un’avventura slow? Di tornare ad avere di più il contatto con noi stessi e focalizzare meglio le cose per noi importanti: siamo quotidianamente fagocitati, chi più chi meno, dagli eventi quotidiani, dalla rete e dalle aspettative che gli altri hanno su di noi che spesso ci dimentichiamo di chi davvero vogliamo essere o cosa davvero ci piace fare nella vita, aspetti non proprio trascurabili direi…

Sarà un caso che il progetto Togovan nasce proprio il 1° Gennaio 2018 sulla spiaggia del Médano? Io non credo…

Cosa aspettarsi da un’avventura slow? Di lasciarsi svegliare da un’alba vista dal lunotto posteriore, o brindare con un buon vino seduti ammirando il tramonto da una scogliera, conoscere chi ti porge un piatto di carne appena grigliata e vuol brindare con te al nuovo anno, condividere emozioni con le persone, parlarsi, ascoltarsi e ritrovarsi molto più “vivi”.

Carlo: devi essere pronto a rischiare, si! il pericolo sarà dietro l’angolo:rischierai di respirare e di riflettere. Potresti persino notare che subito fuori dal cartello della tua città esiste un “mondo” mai visto.

Stai attento, perché potresti renderti conto che nel quotidiano ti sei abituato a correre senza reale necessità.Assumiti la responsabilità per la dovuta sosta che dovrai concederti e concedere al mezzo, perché alla fine di lunghe salite di montagna, potresti essere obbligato a prenderti un caffè su di un formidabile belvedere.

Il vostro obiettivo è allargare sempre più la community: il vostro slogan è “stop dreaming, start vanning”, quali sono le vostre iniziative e le proposte?

Michela: Sì, contiamo nel creare una vera e propria community sia di amanti di questi mezzi iconici che di persone che si rivedono nell’apprezzare le cose semplici della vita: una scampagnata fra amici che si conclude con una cena, una giornata passata a camminare insieme a sconosciuti (che magari poi diventeranno amici!) o – per i più temerari – il condividere un viaggio in minivan per più giorni, con tutti gli imprevisti e le possibilità del caso che ci possono essere ; )

Le iniziative che stiamo portando avanti sono in primis il lancio delle Esperienze Togovan, viaggi di una o più giornate dove il proprietario del minivan condivide la sua conoscenza del territorio e si pone come un ambasciatore nel farlo scoprire ad altre persone che si uniscono alla sua “ricerca di compagni di viaggio”.

In queste giornate – oltre al gusto di viaggiare a bordo di questi mezzi dal fascino senza tempo – contiamo di far conoscere le piccole attività locali di certi territori, di farle apprezzare e supportare da un pubblico di persone che amano il viaggio esperienziale, lo stare insieme e il riscoprire il sapore della comunità che oggi purtroppo un po’ si sta perdendo…

Poi certo, in un futuro – non troppo lontano – c’è comunque l’idea di creare una rete di proprietari e di amanti di minivan dove scambiarsi consigli su dove andare con questi mezzi e creare sempre più sinergie: sogniamo un mondo di viaggi in minivan coloratissimi dove si sale a bordo da sconosciuti e si scende da amici 🙂

Carlo: Un aspetto che amo delle iniziative che verranno proposte sarà la possibilità di sperimentare attività pratiche.Vorrei tanto vedere le facce di tutti quelli che – scesi dal furgoncino –  immergeranno  con amici nuovi o di vecchia data, le mani dentro un blocco di creta per fare un vaso, o appoggeranno  palmi sopra un matterello per stendere ottime sfoglie.

Quali sono i consigli per chi vuole avvicinarsi a questa modalità di viaggio?

Michela: consigli dici? Beh sicuramente avere voglia di mollare l’orologio e di “mettersi in gioco”con gli altri, magari partendo dalle singole giornate per poi arrivare a fare dei weekend o periodi più lunghi. Scoprirete quanto è bello vivere quello che le situazioni offrono al momento senza avere più tutto “pianificato”, senza dover per forza rispettare tempi o Km.

E le aspettative…DA MOLLARE, son quelle che rovinano!!Noi mai avremmo detto di tornare a casa dall’esperienza di Tenerife col cuore così gioioso pur avendo con noi solo lo stretto necessario a bordo. I famosi “limiti di velocità”: per noi non son stati poi limiti, ma “semplificazioni della vita”. Se volete approfondire ne parliamo QUI in un articolo dedicato.

E per chi vuol partire ma è da solo nessun problema, appena messo piede su un minivan avrete già conosciuto tutti, lo spazio è piccolo,  fidatevi! ; )

Van-Lover e Vanner sono due neologismi che sposano perfettamente il vostro progetto, qual è il significato che date a queste due parole?

Michela: molto semplice, i VAN-LOVER sono le persone che amano i minivan e tutto il loro mondo, quelli che si emozionano quando vedono passare un T1 o un T2 con quegli occhioni tondi e farebbero carte false per farci un giro almeno una volta nella vita, ma non ne hanno uno di proprietà 😀

I VANNER invece sono quei fortunati che ce l’hanno, che se lo tramandano di padre in figlio o che si indebitano per acquistarne uno o per convertirlo a GPL o metano per continuare a sfruttarli il più possibile nel rispetto dell’ambiente.

L’idea “affitta il mio minivan” è un’idea davvero originale, come funziona?

Michela: l’idea dell’affitto e dello scambio (swap) ci affascina, ma per il momento non è previsto o meglio, arriverà fra un po’ di tempo in piattaforma: noi italiani siamo un po’ troppo attaccati ai nostri averi, e mentre per un VANNER nord europeo probabilmente è più facile pensare di affittarlo, per un italiano è come dare via – anche solo per qualche giorno – un pezzo di sè…

Confidiamo però in un passo avanti e piano piano ci arriveremo, siamo sicuri! 🙂 Per ora ci “limitiamo” a far guidare il minivan dal proprietario in modo da renderlo tranquillo e al tempo stesso felice di guadagnare – emotivamente ed anche economicamente – dalla condivisione di una sua gioia con altre persone.

Quando penso al viaggiare in Van Westfalia, mi vengono inevitabilmente in mente atmosfere retrò, quelle di capelli al vento adornati da coroncine di fiori peace and love. La controcultura hippie degli anni ’70 ne è un po’ il simbolo: ci sono itinerari che seguono le orme di questo periodo storico?

Michela: beh direi che è inevitabile che il primo pensiero vada al movimento hippie, anche se documentandomi quello che è uscito fuori è stato un po’ diverso dall’idea collettiva che più o meno tutti abbiamo, cioè sesso, droga e rock’n roll. Ne ho parlato in questo articolo intitolato appunto “Chi conosce l’hippie trail alzi la mano!”

Ad oggi non c’è un’esperienza in lista che segua le orme di quella contro-cultura, ma può essere uno spunto, grazie Giorgia!

Quello però su cui vogliamo porre l’attenzione è che la Togovan Community non è aperta solo ai Westfalia ma a tutti i tipi di furgoncini, purchè vintage (cerchiamo anziani di almeno 20 anni!) e tenuti bene! Per noi vivere l’atmosfera “vintage & slow” non significa avere il fisico di una modella ed essere fotografata in un backstage creato appositamente in posti pazzeschi -vedi l’hashtag vanlife sui social – ma siamo convinti di poterla vivere anche vicino a casa, nella regione accanto o poco più in là in luoghi che mai avremmo pensato esistessero…

Togovan risponde alla moda dell’hashtag “van-life surreale” – che ad oggi conta 6 MLN di post e ci rimanda quasi sempre a un tipo di situazione “sopra le righe” – con la possibilità alla portata di tutti: non abbiamo il Grand Canyon ma strade dei vini meravigliosi, non i Caraibi ma la Sardegna, non la pizza con l’ananas ma LA PIZZA… e molti minivan fighissimi.. Cos’altro serve? ; )

C’è un concetto che, in questo ultimo periodo viene spesso utilizzato nell’ambito non solo del turismo, ovvero il concetto di “restanza”. Credo ,che la restanza in Italia viaggiando con un Van sia un’incredibile valore aggiunto. Cosa ne pensate in merito? Quali possono essere gli Itine-van che consigliate da esperti? Quali sono i vostri consigli per visitare la Romagna in van?

Michela: Togovan si nutre del concetto di “restanza”: se non ci fosse chi sceglie di rimanere e far vivere o RI-vivere  il proprio territorio nonostante sforzi e fatica, non ci sarebbero le esperienze Togovan e la possibilità di conoscere qualcosa di nuovo e diverso!

Girare tutt’ Italia in minivan sarebbe un’opportunità pazzesca, parlare con le persone, soprattutto con i giovani al sud che hanno scelto la via della restanza per dar vita a nuove attività imprenditoriali, dove si sa che può essere più complicato che in altre zone d’Italia, ma fieri e consapevoli della loro scelta vanno avanti..

L’Italia da nord a sud (isole comprese) in minivan è uno dei miei sogni nel cassetto, scoprire tradizioni, cibi, antichi mestieri, ci sono così tante cose che non conosciamo!

Per ora mi limito quando possibile a passare weekend “on board”, chissà che prima o poi non riesca ad esaudirlo questo sogno! ; )

Per quanto riguarda le Esperienze Togovan le prime saranno sicuramente in Emilia-Romagna, e abbiamo già alcune idee da proporre ai nostri VANNER come spunto di partenza,  ma poi saranno loro stessi grazie alla  conoscenza del territorio, a decidere quello che merita vedere per visitare la “vera Romagna” e a proporre una gita tutti insieme 🙂

E comunque, fra le varie attività e punti di interesse romagnoli abbiamo inserito le colline di Bertinoro con i loro vini, la tecnica per la piadina perfetta da cucinre con Gianna, i coloratissimi murales di Cotignola in continua trasformazione, le splendide saline di Cervia che si colorano di rosa al tramonto….e diverse altre esperienze una diversa dall’altra che trovate QUI

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