EMILIA,  ITALIA

Cantina Il Poggio: un viaggio tra i vigneti e le colline di Salsomaggiore Terme

Scopri Cantina Il Poggio e vivi un’esperienza enogastronomica sulle colline di Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, nel cuore della Food Valley emiliana.

Non visito spesso l’Emilia, ma ogni volta che ci torno, mi chiedo perché non riesca a farlo più spesso. Le colline emiliane sono incantevoli: dolci, verdi, eleganti. Mi sorprendo di quanto vorrei scoprire di più questa parte della mia regione.

Già mentre ero in macchina tra panorami color acquerello, ho provato felicità solo a guardarli, un po’ come guardo questo poster Vintage con la me direttamente dagli anni’50.

Mi trovo a Cangelasio, sulle colline che dominano Salsomaggiore Terme, celebre per le sue acque termali ma anche per essere stata la storica sede di “Miss Italia” fino ai primi anni 2000.

In un territorio noto per le eccellenze gastronomiche come Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, la Cantina Il Poggio ha scelto di andare controcorrente: produrre vini rossi fermi in una delle location più affascinanti della provincia di Parma.

Panorama Cantina Il Poggio

Questo posto è speciale non solo se siete appassionati di vini, ma anche se vi piacciono le storie dal lieto fine. Se fate parte di questo gruppo, continuate a leggere perché ho una bella idea per il vostro prossimo weekend fuori porta.

Cantina il Poggio: un sogno che diventa realtà

Questa storia parte dal coraggio, dall’audacia e dalla visione.

Nel 1992, un imprenditore milanese partecipa a un’asta al tribunale di Milano senza sapere che quella giornata cambierà per sempre la sua vita. Alla ricerca di un rifugio dal caos cittadino, si aggiudica una tenuta tra le colline di Salsomaggiore Terme, scoprendo poi, di fronte al casale padronale, un ettaro di vigna con piante che contano tra i 50 e i 60 anni simbolo di resistenza, di resilienza e di cura.

Vigneto Cantina Il Poggio

Se per le persone è vero (a tratti) il proverbio che dice “invecchiando si migliora”, lo è a tutti gli effetti per la vite. Con il tempo affina l’esperienza.

Questo vigneto che abbraccia la collina e che si affaccia ad un piccolo laghetto artificiale ha viti di Cabernet Sauvignon, Merlot e Malvasia Aromatica di Candia, l’uva più importante del territorio: un’uva molto versatile per fare spumanti, fermi o passiti.

Cantina Il poggio: la rivoluzione enologica dell’Emilia

Se non fosse per la mano dell’uomo il vino non esisterebbe: questo ha un preciso significato ovvero mettere in campo tecnica e ragionamento.

La Cantina Il Poggio che nasce già come qualcosa di nuovo, sfida nuovamente le convenzioni producendo vini rossi fermi, di corpo e struttura. Un risultato che va completamente contro la tradizione parmense, da sempre orientata verso le bollicine.

Cantina il Poggio apre le porte a una visione innovativa e coraggiosa posizionandosi sul mercato facendo sentire la propria voce con eleganza, stile e carattere.

Una visione che comprende, per forza, anche una visione strategica, individuando anche altri potenziali della cantina: la location, le degustazioni culturali, gli eventi e l’enoturismo ad esso collegato.

Questo lavoro viene svolto quotidianamente da un team giovane e dinamico che crede fortemente in questo progetto ambizioso, ma solido.

Cantina Il Poggio: la visita

La cantina si estende su 28 ettari divisi tra vigneti, ulivi e alberi da frutto, in un percorso diviso in 3 step.

La visita inizia dal cuore produttivo: dalla vigna. Insieme ad Alessandra “in sella” ad un golf-cart sono andata a spasso per la tenuta. Si comincia con il vigneto più antico e prezioso, fino al nuovo progetto che simboleggia la visione prossima: un giovane vitigno di Chardonnay.

Tra filari ordinati e boschi lasciati incolti per preservare la biodiversità, ho ascoltato una narrazione coinvolgente fatta di storia, tecnica e rispetto dell’ambiente.

Tornate al quartier generale si entra poi nella zona di trasformazione, il luogo preferito dall’enologo (non solo durante la vendemmia). Questo è il cuore “tecnico” in cui fare vino significa ragionamento, strategia e attesa.

Ho capito meglio i concetti legati all’affinamento, ovvero del tempo necessario al riposo, quello che io non ho mai. L’acciaio stabilizza i vini aromatici come la Malvasia, mentre le botti di rovere francese, con le loro diverse tostature, donano complessità ai rossi.

È da qui che entriamo nella Barricaia quella che associo al caveau delle banche per il suo essere così preziosa e sacra.

Un luogo affascinante in cui si percepisce il silenzio e l’attesa. Un tempo lento che sembra cristallizzato, ma che in realtà è in pieno fermento.

Qui nasce “Il Poggio”, il vino simbolo che rappresenta l’azienda, unico e irripetibile in ogni annata.

Spoiler: se siete appassionati di vino e di enoturismo sul blog del sito della Cantina Il Poggio ci sono tantissimi articoli con informazioni e curiosità sia sulla cantina, ma anche sul mondo del vino in generale. Vi consiglio la lettura!

Cantina Il Poggio: la degustazione culturale

Il terzo step della visita alla Cantina Il Poggio è la degustazione culturale che sa avvicinare tutti, anche i non intenditori.

Dopo aver fatto una scorpacciata di informazioni, non vedevo l’ora di assaggiare i prodotti della cantina. Non sono una grandissima bevitrice di vino, ma alcune etichette le ho trovate decisamente “beverine”!

La degustazione è su 5 etichette delle 10 totali prodotte, abbinate alle eccellenze del territorio come formaggi o salumi. Come si degusta? Prima si beve e si studia  il vino e poi si mangia il giusto connubio.

Ho aperto le danze con lo spumante extra-brut ottenuto da vitigno Malvasia chiamato “Parmigianino”, elegante e non sgarbato in versione secca.

Ho assaggiato Il Poggio: il rosso di punta. Come dicevo, questo vino rappresenta la filosofia dell’azienda: una sfida, l’attesa e la pazienza.

È un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot con l’1% di Bonarda appassita. Ottenuto dalle uve del vigneto più storico, dopo un lungo periodo in acciaio, il blend viene trasferito in molteplici botti di piccole e grandi dimensioni di rovere francese a maturare per 12/14 mesi. Completa il suo viaggio sulle scansie, imbottigliato, per ancora un anno, completando così il processo di affinamento.

Ogni annata non è mai uguale per diversi motivi: per la maturazione dell’uva, per il clima, per la mano dell’enologo (tecnica), ma anche per il tempo ecessario alla sua “preparazione”.

Il Gelasio dedicato al nome della località è un vino molto particolare, perfetto per abbinamenti ricercati dal sushi ai tagliolini al tartufo.

Il passito “Pensiero”, dedicato a Verdi, rappresenta uno dei vini più amati della cantina (anche da me). Fa appassimento in pianta, un breve passaggio in acciaio, per finire la fermentazione in botte per circa un anno.

Un altro vino che mi ha colpito molto (non solo per l’etichetta divertente) è “La Vedova Nera” tecnicamente un rifermentato in bottiglia, ma possiamo definirlo anche vino ancestrale o metodo classico non sboccato. Rappresenta un ritorno alle origini con il fascino del torbido naturale. Un vino un po’ vintage, che si avvicina molto a quello fatto dai nostri nonni. È ideale con la pizza.

Ho fatto questa esperienza nella balconata esterna della cantina, dove piante di lavanda e di rose rosa incorniciano il punto più alto della zona di Salsomaggiore fino all’imbrunire. Il momento perfetto per isolarsi un po’ e godersi le stelle con un buon calice in mano!

Sono diverse le iniziative proposte dalla cantina tra cui piccoli trekking, brunch, degustazioni al tramonto, merende e molto altro. Tutti gli eventi sono su prenotazione qui.

La domenica è il giorno di chiusura, mentre il sabato è il giorno con più iniziative in programma.

Se i vini vi sono piaciuti li potrete acquistare anche direttamente nello shop o anche on line!

Cantina il Poggio: un weekend perfetto

Salsomaggiore, con i suoi bellissimi edifici in stile Liberty, è una delle città termali più famose d’Italia.

La zona offre una cornice perfetta per un weekend all’insegna del benessere e della cultura. Ecco dunque che la Cantina il Poggio si inserisce perfettamente in un itinerario alla scoperta di questo territorio.

Dove dormire? In un Borgo medioevale!

A pochi minuti dalla cantina si trova l’Agriturismo Antica Torre, un piccolo borghetto medioevale che si è trasformato in un agriturismo.

Qual è la cosa che mi è piaciuta di più dell’Antica Torre?

✅ Si trova in una location spettacolare sulle colline verdi e delicate. Il primo insediamento di questo posto risale al 1100, quando i monaci lavoravano il sale in un sotterraneo chiamato “La Gringia”. Oggi utilizzato per piccoli eventi e degustazioni

✅ Le camere sono dedicate a Giuseppe Verdi e sono dislocate in diverse strutture, tra cui anche l’antica torretta

✅ Gli arredamenti e i particolari omaggiano la vita contadina. Nessun accenno di modernità o di design, qui si parla il linguaggio della ruralità con travi di legno a vista, mobili massicci ed elementi che mi hanno ricordato la casa in campagna della mia nonna.

✅ Oltre ad essere a gestione famigliare, a km0 è anche la scelta dei prodotti usati per la colazione e per la cena servite nella vecchia stalla.

Un’idea?

Dopo aver passato il pomeriggio tra piscina e lettura, preparatevi e a piedi (circa 1km e 200 mt) raggiugete la cantina per la Soirée del giovedì sera e godetevi il tramonto come ho fatto io.

Fatemi sapere come è andata! Un brindisi a voi!

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