ASIA,  CAMBOGIA

ANGKOR WAT, l’ascesa al paradiso: Consigli di visita

Angkor Wat è enorme, maestoso, imponente, impertinente, elegante e resistente. Non ha bisogno di tanti fronzoli.

Gioco forza tra tempo, natura e storia rimane uno dei siti storici e culturali assolutamente da vedere una volta nella vita.

Questo maestoso complesso, ben conservato a tratti, nascosto dalla natura in altri, è quello che, nella simbologia mitica rappresenta il paradiso e di conseguenza è avvolto da una profonda sacralità. Saccheggiato più e più volte durante i secoli, spogliato dalle sue bellezze, gli spietati khmer rossi, almeno, ne hanno avuto rispetto e lo hanno preservato, nonostante l’aver distrutto centinaia di altre opere d’arte.

Patrimonio dell’Unesco, questo gigante buono di pietra è, non a caso, uno dei siti più visitati al mondo e concordo sul dire che rientra in una di quelle cose “must to do”. Un po’ come andare in Machu Pichu o vedere l’aurora boreale.

Ci tengo, in ogni caso a sottolineare che, vedere solo il sito Angkor Wat non significa essere stati in Cambogia. Questa meraviglia del mondo si, ne fa parte, ma la Cambogia è molto di più e spesso non così bella.

Quali sono i consigli per affrontare la visita al sito nei templi nel miglior modo possibile?

Prima di tutto, parto col dire che Siem Reap rimane la base ideale dove pernottare. Vi permetterà di avere un alloggio vicino al sito, ma soprattutto vi darà modo di godere di serate passate in città in maniera più o meno tranquilla, a seconda delle vostre esigenze: che sia il perdervi tra le vie dello shopping o fermarvi a bere un’economica birra fresca in uno dei tanti localini presenti in tutta la città.

Una zona ideale per trovare alloggio potrebbe essere quella di Damnak Street, la zona in cui, per intenderci, è presente l’ Hard Rock Caffè. Questa è una parte tranquilla da cui potrete raggiungere la movida di Pub Street e non solo, in pochi minuti di camminata.

Un consiglio un po’ lezioso mi permetto di darvelo: se riuscite a trovare un hotel con una piscina (e vi assicuro che riuscirete a farlo anche a poco prezzo, un esempio è il Baystone Resort, 28 dollari per notte) non ve ne pentirete. Quando tornerete dalle scarpinate tra pietre e caldo torrido, avrete una voglia pazza di fare un tuffo nell’acqua fresca e rilassarvi un po’.

 

Il complesso dei templi è talmente enorme che per vederlo in ogni sua sfumatura non basterebbe una settimana. E, sono sicura che, ogni volta si riuscirebbero a scattare foto di particolari diversi in diverse angolature non notate né al primo, né al secondo passaggio. Ebbene sì, amanti della fotografia scaldate i motori, perché avrete il vostro bel da fare.

In ogni caso, il tempo che dedicherete alla visita dipenderà molto dai vostri programmi, dal vostro interesse, dalla vostra resistenza e dalla vostra stanchezza perché, è inutile fare finta di niente, Angkor ti mette a dura prova, sia per il caldo che per la fatica in sé. Armatevi di pazienza, c’è tanto da vedere in mezzo a tanta gente.

Ticket

Potrete fare direttamente i biglietti al “quartier generale” dove troverete numerosi sportelli accuratamente divisi in base a quale biglietto comprerete. Quindi attenzione, le code che dovrete fare sono diverse, accertatevi di essere in quella giusta.

Le opzioni possibili sono tre:

  • 1 day 37 dollari
  • 3 day 62 dollari
  • 1 week 72 dollari

Se volete passarci due giorni fare il biglietto per tre giorni, rimane comunque sempre conveniente. Noi abbiamo fatto proprio così, due giorni, biglietto per tre.

Potrete pagare in contanti o tramite carta.

Vi verrà rilasciata un tesserino personalizzato con foto che dovrete tenere sempre con voi. Questo è importantissimo, ad ogni ingresso dei diversi templi vi verrà richiesto, quindi attenzione a non perderla perché risulterebbe essere un problema, non transigono. Potrebbe essere interessante portare con voi un porta budge da tenere al collo. Le code alle casse sono piuttosto agili e veloci, non fatevi spaventare da eventuale ressa. Ok, togliete l’eventuale.

Tour

Il mezzo migliore per passare da un tempio all’altro rimane senz’altro altro il tuk tuk anche se, potrebbe essere interessante il noleggio della bicicletta, ma ricordate che la faccenda è lunga e faticosa.

Porta Sud

Noi abbiamo scelto la prima opzione condividendo il mezzo con altri due ragazzi conosciuti in viaggio.

Tendenzialmente per tre giorni la cifra del noleggio tuk tuk si aggira dai 65 ai 75 dollari, a seconda della vostra buona capacità di contrattare.

Potrete accaparrarvi il vostro driver direttamente a Siem Reap senza nemmeno troppa fatica, chiaro è, che se volete un driver che parli perfettamente l’inglese o una guida che vi accompagni in un approfondito percorso storico, rivolgetevi o al desk del vostro alloggio o in una delle mille agenzie che riempiono la città. Non avrete nessuna difficoltà nel trovare ciò che fa per voi e soprattutto, sul mettervi d’accordo su quale percorso sia più idoneo alle vostre esigenze. Chiedete di portarvi nei vari punti di interesse considerando orari di meno affollamento e, nel caso dovreste trovare tanta ressa, chiedete gentilmente di passare oltre per poi tornare indietro. Di solito non hanno problemi a fare tutto ciò.

I tour che vengono proposti sono tre così suddivisi:

Small tour: di circa 17 km. Si chiama piccolo tour, ma in realtà è quello che vi porta a vedere i templi più grandi, compresa l’affollatissima alba ad Angkor Wat. Tenete purtroppo in considerazione questo, l’alba qui è davvero affollata, molto poco romantica. Per i miei gusti, proprio per questo, ha perso un po’ di quella magia che questo posto regalerebbe, ma che dire…è comunque l’alba di Angkor Wat.

Esplosione di colori al far del giorno

Nel caso, potrete chiedere al vostro angelo custode tuk tuk di consigliarvi un’altra location per un’alba meno affollata, oppure ragionare sul fare una mattina quella di Angkor e quella dopo l’altra. Dopo il sorgere del sole, visiterete l’interno del tempio (considerate almeno 2/3 ore a seconda di quanto vi perderete a scattare) senza dimenticare di arrivare fino alla cima. Passerete poi all’Angkor Thom Area: dal Bayon, quello dei volti enigmatici che io paragono al sorriso beffardo della Gioconda, al Baphuon, al Royal Palace, alla terrazza degli elefanti e per finire, passando per la porta Sud, arriverete a quello a cui Hollywood ha dato tanta fama anche se, in realtà non serviva assolutamente che arrivasse l’industria cinematografica. Il Ta Phrom. A mio avviso è una meraviglia della natura, uno dei più scenografici in assoluto.

Ta Phrom, set cinematografico del film Tomb Rider

Il Ta Prohm, rappresenta una vera lotta tra pietra e natura. Volutamente non liberato dalla morsa delle radici e dalla vegetazione, sembra davvero vivo. Pietra e alberi che si abbracciano, pietra e radici che lottano per la sopravvivenza e la resistenza. Strepitoso!

Ta Phrom, radici che come serpenti si fanno spazio tra le rocce

 

Big tour: di circa 27 km. A differenza del primo, vi porterà a visitare i templi più piccoli e tendenzialmente meno affollati. Il Preah Khan, Neak Pean, Ta Som, East Mebon, Banteay Kdei fino ad arrivare al tramonto al Pre Rup temple. Niente di speciale come tramonto, credo che si possa trovare di meglio.

Preah Khan

L’ ultimo tour, invece, e’ quello dedicato ai tempi più esterni, quelli più lontani che richiedono almeno un’ora di viaggio per raggiungerli e molto più tranquilli: il Banteay Srei temple chiamato anche Lady temple, il Kbal Spean e l’ultimo il Banteay Samre temple.

Chissà cosa vogliono dire con il loro sorriso beffardo

Dove mangiare 

Se affitterete un tuk tuk, la tendenza è quella di portarvi in ristoranti convenzionati, assolutamente carissimi per gli standard. Chiedete con gentilezza di farvi portare in qualche posticino un pochino più economico, lo faranno, un po’ scocciati, ma lo faranno. Tenete comunque in considerazione che la media dei prezzi è ovunque più altina che in città.

Per quanto riguarda la colazione nel giorno in cui farete la levataccia per andare a vedere l’alba, basterà richiedere al vostro alloggio il ‘cestino’. Vedrete che, dopo il sorgere del sole, una miriade di persone si fermerà a fare colazione con il proprio breakfast box, intercettati dai bambini che razzolano per il tempio a chiedervi gli scarti. Pazzesco sarà vedere con quale criterio dividono tutte le cose che riescono a trovare: uova con uova, banane con banane e via dicendo. Per loro un vero e proprio business del cibo. Nel caso l’hotel non dovesse disporre di questo servizio, niente paura, la zona è fornita di ristoranti che vi serviranno colazioni e caffè senza problemi.

Come vestirsi

Per la visita dei templi e richiesto uno specifico dress code: spalle e ginocchia coperte. Vestitevi con tessuti leggeri e traspiranti, il lino sarebbe il massimo. Suderete molto. Ricordatevi un cappello o una bandana, una crema solare, scarpe possibilmente chiuse, fazzolettini di carta e acqua.

 

Prima della visita 

Prima di arrivare ad Angkor potrete informarvi un po’ guardando qualche documentario in rete o leggere qualche sito on line come www.angkortourguidebook.com. Non dimentichiamoci che, anche il grande Terzani ha dedicato un libro a questo immenso complesso. 

 

Curiosità 

Volendo la sera, in un teatro chiamato Angkor Village Apsara Theatre, c’è la possibilità di assistere ad uno spettacolo di danza tradizionale eseguita dalle ninfee celesti khmer, le Apsara.

Pensate che, questa danza tradizionale, venne completamente bandita durante il regime di Pol Pot, ed è stata da poco ritrovata.

Apsara, ninfa celeste, ballerina tradizionale

 

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